Presente alla riunione di famiglia, Filippo ad un certo punto chiese al Divin Maestro: “Signore, chi è il più grande servitore del Padre tra gli uomini sulla terra?”
Gesù rifletté per qualche minuto e disse:
“Una grande folla si radunò in un lungo campo, quando stazionò un famoso guerriero carico di spade e medaglie, che procedette a dare lezioni di tattica militare, esortando quelli intorno a imparare la difesa.
La gente cominciò a fare esercizi laboriosi, saltando e indulgendo in gare pericolose, senza vero profitto; Eppure, continuò come prima, senza meta e senza gioia, perdendo molti giovani nelle attività preparatorie di una probabile guerra.
Poco dopo un grande politico apparve nella stessa regione, con un pesante bagaglio di codici, e divise la massa in diversi partiti, dichiarando i giovani contro i vecchi, le famiglie povere contro i ricchi, i servi contro i maggiordomi,
e, nonostante la semina di benefici materiali, introdotti nella zona dalla competizione dei gruppi tra di loro, il politico continuò: lasciando oscuro biancospino di odio, inganno e discordia tra i suoi collaboratori.
Dopo di lui venne un filosofo, con voluminoso manuscritto, e divise il popolo in varie scuole di credenza, che presto propagarono discussioni infruttuose nei circoli di tutte le persone; la folla finì per dubitare di tutto, anche dell’esistenza di sé stessa.
La filosofia, senza dubbio, aveva vantaggi singolari, soprattutto quello di stimolare il pensiero, ma i disturbi con cui era accompagnata erano dei più pietosi, lasciando in eredità al filosofo molte inutili indagini ai cervelli meno adatti allo sforzo di elevazione…
Poi venne un sacerdote, armato di vesti e simboli, che fornì molte regole di culto al Padre. Il popolo imparò a piegare le ginocchia, a lavarsi e a invocare la protezione divina in certi momenti.
Tuttavia, tutti i problemi fondamentali della comunità sono rimasti invariati. Nel vasto dominio, non c’erano linee guida per il lavoro, nessuno spirito cosciente, nessun valore, nessuna gioia.
La malattia e la morte, la necessità e l’ignoranza erano i fantasmi di tutti.
Un giorno, tuttavia, un uomo semplice apparve lì. Non portava armi, scritture, discussioni, immagini, ma con il suo sorriso spontaneo rivelava un cuore pieno di buona volontà, guidando le sue mani laboriose.
Non predicava dottrine in modo spettacolare; eppure, in gesti di pura e costante bontà, rendeva sincera adorazione all’Onnipotente.
Cominciò a mostrarsi, arando un frammento del campo e adornandolo con fiori e frutti preziosi.
Conversava con i suoi compagni di lotta, godendo delle ore di insegnamento fraterno e edificante, e trasmetteva le sue esperienze a tutti coloro che lo ascoltavano.
Perfezionò il legno, piantò alberi benefattori, costruì case e fondò una modesta scuola.
Ben presto, intorno a lui, arrivarono la salute e la pace, la fratellanza e le benedizioni del servizio, della prosperità e della soddisfazione di vivere.
Con lo spirito di lavoro e di educazione che diffondeva, la difesa era buona, la politica aiutava, la filosofia era preziosa e il sacerdozio era utile,
perché tutte le azioni sul campo rimanevano ora presiedute dal santo imperativo dell’esecuzione del dovere personale per il bene di tutti.
Il Cristo rimase in silenzio, ma la presenza ridotta non osò indagare.
Dopo aver contemplato l’orizzonte lontano, in lunghi momenti di pensiero muto, il Maestro concluse:
“In verità, ci sono molti operai nel mondo che meritano la benedizione del Cielo per il bene che portano al corpo e alla mente delle creature, ma colui che educa lo spirito eterno, insegnando e servendo, aleggia sopra ogni cosa”.