Nome: Santa Bibiana
Titolo: Martire
Nascita: IV Secolo, Roma
Morte: IV Secolo, Roma
Ricorrenza: 2 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Commemorazione
Patrona di:
Bibiana
Protettrice:
dell’ epilessia, delle malattie mentali
Luogo reliquie: Chiesa di Santa Bibiana
I cristiani dei primi tempi, siccome immensamente maggiori erano i bisogni della Chiesa, avevano anche doni e grazie straordinari. Ad essi era concesso sovente il dono dei miracoli. Per questo e perché professavano la religione cattolica, che ai pagani sembrava assurda ed impraticabile, erano ritenuti maghi ed aventi relazioni cogli spiriti infernali. Imbevuti di queste false teorie i pagani attribuivano perciò ai cristiani ogni sciagura privata o pubblica.
Se venivano sconfitti in battaglia, se moriva loro un figlio od altra persona amata, o se altri era impedito di realizzare i suoi desideri, sovente iniqui, la colpa era certamente dei seguaci di Gesù Cristo.
Fu così che Aproniano, governatore di Roma, avendo perduto un occhio in guerra, attribuì la sciagura alle magie dei cristiani e si propose di estirpare dall’impero quegli uomini malefici.
Fra i martiri più celebri, vittime del furore e della vendetta di Aproniano, vi fu S. Bibiana.
Essa era una vergine nativa di Ròma. Suo padre Flaviano e sua madre Dafrosa, con la sorella Demetria, erano tutti ottimi cristiani. Scoperti e accusati come tali, Flaviano fu dimesso dalla carica, e dopo essere stato bruciacchiato in viso con un ferro rovente, venne esiliato ad Aquapendente, ove pochi giorni dopo morì. Dafrosa fu decapitata fuori della città.
Rimanevano Bibiana e Demetria che s’incoraggiavano a vicenda e si preparavano al martirio. Ambedue arrestate, per cinque mesi provarono le privazioni e le angustie del carcere, dopo i quali Demetria, confessata generosamente la fede di Gesù Cristo, morì ai piedi del giudice durante l’interrogatorio.
Restava solo Bibiana: vedendo Aproniano che questa non cedeva alle sue lusinghe, s’appigliò al mezzo più infame e diabolico. Rinchiuse la casta vergine nel carcere con una certa Ruffina, donna malvagia e di pessimi costumi perché la inducesse al male.
La giovane però ebbe la forza di resistere e superare quest’ultima e grandissima prova e di conservare illibato il giglio della purezza.
Vieppiù irato il governatore per tanta fortezza in una giovane verginella, la fece uccidere con le verghe.
PRATICA. Per vincere la battaglia della purezza occorre preghiera, mortificazione e vigilanza.
PREGHIERA. O Signore Gesù che nel martirio della tua serva Bibiana, ci hai dato un saggio mirabile di fortezza e di amor di Dio, fa’ che esercitando noi pure queste virtù, arriviamo un giorno a goderti nel cielo.
PROVERBIO: Se piove il giorno di santa Bibiana piove 40 giorni e una settimana
MARTIROLOGIO ROMANO. A Roma la passione di santa Bibiàna, Vergine e Martire, la quale, sotto il sacrilego Imperatore Giuliano, fu per Cristo percossa con flagelli piombati, finché non rese lo spirito.