Nome: Santo Stefano
Titolo: Primo martire
Nascita: 5 dopo Cristo
Morte: 34 dopo Cristo, Gerusalemme, Israele
Ricorrenza: 26 dicembre
Martirologio: edizione 2004
Tipologia: Festa
Patrono di:
Prato, Biella, Melito di Napoli, Cesano Maderno, Milazzo, Putignano, Vimercate, Qualiano, Mariano Comense, Tradate
Protettore:
dei muratori
Stefano fu il primo a dare la vita e il sangue per Gesù Cristo. Ebreo di nascita, e convertito alla fede dalla predicazione di S. Pietro, mostrò subito un meraviglioso zelo per la gloria di Dio e una grande sapienza nel confutare i Giudei, che increduli disprezzavano il Nazareno.
Fu eletto dagli Apostoli primo dei sette diaconi per provvedere ai bisogni dei primi fedeli, specialmente delle vedove e degli orfani di cui la Chiesa ebbe sempre cura particolare.
E S. Stefano pieno di grazia e di fortezza, animato dallo Spirito Santo predicava con forza e confermava la predicazione coi miracoli.
Per questo si attirò l’odio dei Giudei che non potevano soffrire tanto zelo, né resistere alla sua sapienza, operatrice di numerose conversioni.
Essi vollero dapprima disputare con Stefano, ma vedendosi vinti dallo Spirito che parlava per bocca di lui, cercarono falsi testimoni per accusarlo di bestemmia contro Mosé e contro Dio. Il Signore però volle manifestare la innocenza del suo servo facendo apparire il suo volto bello come quello di un Angelo.
Dopo la lettura delle accuse, il sommo sacerdote Caifa gli disse di parlare per difendersi, ed egli fece la sua apologia, rappresentando loro la bontà e la misericordia del Signore verso il popolo ebreo, cominciando da Abramo fino a Davide.
Se da una parte mostrò i benefici che il Signore aveva concesso alla nazione dei Giudei, dall’altra ricordò pure le ingiurie fatte a Dio dai loro padri. Ma non facendo quelle parole alcuna impressione in quei cuori induriti, pieni di malizia, mutando d’un tratto tono disse: « O uomini di dura cervice e incirconcisi di cuore, voi sempre resistete allo Spirito Santo; come fecero i vostri padri, così fate anche voi». Essi all’udire queste cose fremettero nei loro cuori e digrignarono i denti contro di lui. Ma egli pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi nel cielo, esclamò: « Ecco io vedo i cieli aperti e il Figlio dell’Uomo stare alla destra di Dio ».
Quelli, alzando grandi grida, si turaron le orecchie e tutti insieme gli si avventarono addosso e trascinatolo fuori della città si diedero a lapidarlo, deponendo le loro vesti ai piedi d’un giovane chiamato Saulo.
E lapidarono Stefano che pregava dicendo : « Signore Gesù, ricevi il mio spirito », e ad alta voce: « Signore, non imputare loro questo peccato ». Ciò detto s’addormentò nel Signore.
Santo Stefano è il protettore dei muratori infatti nell’iconografia è sempre raffigurato con il suo principale attributo: le pietre della lapidazione. Indossa quasi sempre la ‘dalmatica’ la veste liturgica dei diaconi. È invocato contro il mal di pietra ossia i calcoli.
PRATICA. Perdoniamo e preghiamo per chi ci offende.
PREGHIERA. Dacci, te ne preghiamo, o Signore, di imitare colui che veneriamo, onde impariamo ad amare anche i nostri nemici, poichè celebriamo la festa di colui che seppe pregare peí persecutori nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio il quale vive con te per i secoli dei secoli.
MARTIROLOGIO ROMANO. A Gerusalémme il natale di santo Stéfano Protomartire, il quale fu lapidato dai Giudèi non molto dopo l’Ascensione del Signore.
LE RELIQUIE
Le reliquie di Santo Stefano furono ritrovate il 3 dicembre 415 dal sacerdote Luciano, e il luogo gli fu indicato in sogno dal rabbino Gamaliele.
Gamaliele, che provava simpatia per i cristiani, li invitò a sotterrare il corpo del martire invece che lasciarlo alle belve, come era stato indicato dagli ebrei che lo avevano ucciso. Il luogo indicato era Caphargamala, nei pressi di Gerusalemme.
Qui i resti del Santo riposarono per 400 anni finché al prete del luogo, Luciano, apparve appunto in sogno un vecchio che gli indicò dove fossero, e inoltre gli disse che accanto a quelle di Santo Stefano avrebbe trovato anche i resti di San Nicodemo suo discepolo e quelli di Sant’Abiba suo figlio.
Inizia così la diffusione delle reliquie che vennero dapprima portate a Gerusalemme il 26 dicembre 415, e già durante il viaggio cadde una pioggia che mise fine alla siccità che aveva reso aride le terre. Qui, nella chiesa di Sion, restarono fino al 14 giugno 460; e poi inviate in tutto il mondo, e razziate dai crociati nel XIII secolo. Ovunque arrivassero i resti di Santo Stefano, vi erano miracoli.
E tanti sono i luoghi in cui sembrano trovarsi: a Venezia, Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ancona, Ravenna, e ovviamente a Roma. Qui, nel XVIII secolo si veneravano diverse reliquie di Santo Stefano; nella Basilica di San Paolo fuori le Mura sembra vi fosse il cranio, a S.Ivo alla Sapienza un braccio, l’altro a San Luigi dei Francesi. Ma con il culto delle reliquie sono nati anche tanti falsi, pare che ci fosse un terzo braccio a Santa Cecilia e il corpo intero nella Basilica di San Lorenzo fuori le Mura.